Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta: intervista a Linda Carobbi
L’ Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta nasce sul finire del 2017 dall’idea di un gruppo di 30 imprenditrici ed esperte di tutta la filiera produttiva, unite dalla volontà di creare un network di professioniste per presentare idee e progetti, organizzare eventi, essere parte attiva nella comunicazione di settore con una “visione” al femminile.
Impegnate in importanti imprese ortofrutticole, compagnie internazionali e società leader (afferenti a tutte le fasi, dal vivaio alla produzione, dalla lavorazione al post-raccolta, dalla logistica fino alla commercializzazione e alla distribuzione), le Donne dell’Ortofrutta hanno il preciso scopo di avvicinare il mondo produttivo ai consumatori, promuovendo l’immagine dell’ortofrutta di qualità dal punto di vista scientifico, produttivo e merceologico, sviluppando il coinvolgimento del mondo femminile nel settore ortofrutticolo in un’ottica di pari opportunità.
Sono diverse le sfide che l’Associazione si è posta dalla sua nascita e numerosi gli obiettivi raggiunti. Per questi motivi abbiamo deciso di approfondire il mondo di questa importante associazione intervistando una delle socie fondatrici Linda Carobbi, da oltre 18 anni in forza alla Savino Del Bene SpA (International Freight Forwarder con sede a Scandicci e fatturato globale oltre 1,5 miliardi di Euro) dove attualmente ricopre il ruolo di Corporate Director Fresh Fruit and Vegetable Vertical Market.
Nel suo lavoro la Dott.ssa Carobbi, in partenza a breve per l’importante fiera di settore Fruit Logistica a Berlino, coordina, supporta e affianca un team di venditori specializzati nel tema frutta/perishable nel mondo.
Grazie alla sua grande esperienza, all’interno dell’Associazione si occupa di sviluppare i contatti internazionali della medesima, oltre ad essere membro del Board of Directors di Global Women Fresh, che proprio a Berlino, nell’ambito di Fruit Logistica organizzerà un evento dal titolo “Moving gender diversity from Conversation to Action” per condividere idee e ispirare la comunità agricola globale a sostenere la crescita professionale delle donne.
Quali sono state le motivazioni che hanno portato alla nascita dell’Associazione delle Donne dell’ortofrutta? Dove nasce l’esigenza di riunirsi in un network?
Nasce dalla volontà di riunire diverse figure professionali del settore per comunicare con una visione tutta nuova in un settore da sempre a vocazione maschile. L’esigenza di fare rete per promuovere sempre di più, sia sui canali social che su quelli tradizionali, un settore fondamentale per l’agroalimentare Made in Italy, con un approccio del tutto diverso che mira anche a coinvolgere maggiormente il consumatore.
Quali sono i valori che contraddistinguono l’Associazione?
La nostra Associazione ruota attorno ad una serie di temi chiave, per citarne alcuni: le pari opportunità, la cultura del prodotto come strumento di crescita e sviluppo, la comunicazione e il linguaggio innovativo con una cura per lo storytelling, la tutela del territorio e della tradizione, l’attenzione alle cause sociali che riguardano le donne.
All’interno dell’Associazione, attraverso le socie è rappresentata tutta la filiera ortofrutticola, quale è dal punto di vista delle Donne dell’Ortofrutta la modalità più semplice per avvicinare il mondo produttivo ai consumatori e promuovere una visione del settore ortofrutticolo capace di fare sistema?
Occorre utilizzare un linguaggio innovativo nella comunicazione del settore, cercando in tal maniera di trasferire anche ai più giovani i valori dell’ortofrutta e cosa si cela dietro al settore stesso. E’ importante avere a cuore e trasmettere temi molto sentiti come la difesa dell’ambiente, la biodiversità e la sostenibilità, ricercando nuovi strumenti di educazione al consumo di frutta e verdura.
Sul sito ufficiale dell’Associazione si dice che al centro vi è l’idea di creare un network di professioniste per presentare idee e progetti, organizzare eventi, essere parte attiva nella comunicazione di settore con una “visione” al femminile. Come coordinate le iniziative sul territorio essendo presenti in modo sempre più capillare sui territori regionali?
Nel mese di Ottobre 2019 si è svolta la nostra seconda Assemblea Generale, ospiti di AOP Luce a Sessa Aurunca, Caserta, area di produzione della Melannurca Campana IGP (un prodotto di Indicazione Geografica Protetta anche definito “La regina delle Mele” per le sue particolari qualità e le sue tradizioni che risalgono all’età romana). Allo scopo di continuare ad accrescere la nostra presenza sui territori di produzione, sono state nominate le Coordinatrici Regionali, che resteranno in carica un anno e si faranno promotrici dei temi dell’Associazione e dei valori dell’Ortofrutta al femminile, cercando al contempo nuove adesioni nelle proprie Regioni produttive.
Le Donne dell’Ortofrutta nasce nel Dicembre 2017 e ad oggi conta già più di 100 socie. Quali sono gli obiettivi che l’associazione ha raggiunto finora?
Uno fra i più importanti è senza dubbio l’accordo tra la nostra Associazione ed Apoc a sostegno di una iniziativa di educazione nutrizionale rivolta ai pazienti oncologici dell’IRCCS di Bari. Da non dimenticare anche l’istituzione del Premio Danila Bragantini che valorizza il contributo innovativo apportato al settore dalle donne in ogni aspetto della filiera. La seconda edizione si è tenuta a Genova il 24 Gennaio 2020 in occasione dell’evento dedicato ai Protagonisti dell’Ortofrutta italiana organizzata dal Corriere Ortofrutticolo. In questa edizione il Premio Danila Bragantini è stato vinto dalla nostra associata Marianna Palella, CEO di Citrus Italia, società italiana nel settore ortofrutta che finanzia la Fondazione Umberto Veronesi.
E quali le sfide future dell’Associazione su scala nazionale?
Tra i nostri futuri obiettivi troviamo la diffusione della cultura di prodotto e l’innovazione. Proprio a tal proposito, abbiamo siglato un accordo annuale con Imageline al fine di collaborare nell’ organizzazione di incontri rivolti agli agricoltori per la diffusione di tecniche innovative di digital farming. Inoltre, avvieremo un progetto di co-branding nella cosmesi (dopo quello siglato in Italia con Foen) con un gruppo di donne produttrici africane con le quali abbiamo firmato un “protocollo di collaborazione”.
Ha da poco spento 2 candeline sulla torta l’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta, e tra gli obiettivi del 2020 vi è l’attivazione di un’area dedicata alla formazione delle donne che lavorano in questo settore, quali saranno le competenze oggetto della formazione?
Effettivamente la formazione sarà un altro elemento chiave su cui l’Associazione punterà nel 2020: l’idea è di realizzare un progetto formativo dedicato alle donne impegnate nelle attività di raccolta e selezione in magazzino.
Dott.ssa Carobbi, vuole aggiungere qualche parola sull’altra Associazione di cui fa parte, Global Women Fresh? Chi sono i membri di questa Associazione?
Global Woman Fresh nasce un anno e mezzo fa quando Julie Escobar, Monica Bratuti e Viviane Schappo, le tre co-founders, hanno deciso di riunirsi utilizzando la loro esperienza combinata di 45 anni nel settore del “fresh produce” per creare un’opportunità per le donne per fare rete e connettersi, con la missione di responsabilizzare e ispirare le donne del business agrifood “dalla fattoria alla forchetta”, concentrando le discussioni all’interno di cinque pilastri del settore: lo spreco alimentare, la sostenibilità, l’impatto sociale, la tecnologia e l’innovazione.
Il GWF ha una partnership con le Nazioni Unite che hanno un progetto chiamato SheTrade. Si tratta di un’iniziativa per responsabilizzare più di 3000 donne entro il 2021 nei paesi sottosviluppati.
Nel Consiglio di amministrazione, di cui faccio parte, ci sono donne di tutto il mondo che sono coinvolte nel settore agroalimentare, per citarne alcune: Natalia Gamarra della United Fresh Produce Association, Lori Taylor di The Produce Moms e Anouk Sijmonsma di PMA USA .
Il messaggio della nostra Associazione vuole essere: fare rete per essere più forti!
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