Intervista a Riccardo Gelli Console Onorario della Corea del Sud
Abbiamo intervistato il Console Onorario della Corea del Sud Riccardo Gelli, per approfondire l’importante ruolo che il consolato svolge nello sviluppo commerciale e negli scambi interculturali con la Corea del Sud.
Dove nasce il percorso che l’ha portata a ricoprire l’incarico di Console Onorario della Corea del Sud?
Il mio percorso nasce da lontano, dalla passione che ho sempre nutrito per questo paese così ricco di tradizioni e usanze uniche. Circa 18 anni fa avviammo il percorso di creazione di eventi culturali dedicati alla Corea del sud con la prima edizione del Korean Film Fest (ndr. festival dedicato alla cinematografia sudcoreana a Firenze e oggi tra le più prestigiose rassegne di cinema coreano a livello internazionale). Quell’evento ha rappresentato l’inizio di un percorso di dedizione per far scoprire questo paese ai fiorentini.
Di quali iniziative si è fatto portatore per favorire la commistione tra queste due culture apparentemente così distanti?
Ho seguito e curato negli anni i rapporti istituzionali tra la Regione Toscana, il Comune di Firenze e la Corea del Sud. Nel 2007 sono stato tra i promotori del gemellaggio tra la Città di Firenze e la città coreana di Jeonju, per favorire e rafforzare i legami anche attraverso l’impegno reciproco nel promuovere iniziative commerciali e culturali. Non meno importante è il gemellaggio avvenuto tra l’Università degli Studi di Firenze e 2 università della Corea del Sud (Hanyang University e Konkuk University) al fine di incoraggiare la mobilità degli studenti universitari.
Il 10 giugno è stato firmato un protocollo d’intesa per avviare un percorso di cooperazione e collaborazione tra la Regione Toscana ed il Corpo Consolare di Firenze con l’obiettivo di promuovere l’immagine della Toscana nel mondo e sviluppare opportunità di partenariato sui temi della cooperazione internazionale, dell’internazionalizzazione d’impresa, dell’attrazione investimenti dall’estero e della promozione turistica. Qual è la ratio alla base del protocollo d’intesa?
La ratio alla base di questo protocollo è sicuramente la necessità di favorire con sempre maggiore impegno la collaborazione tra la Regione Toscana e il corpo consolare, sia per attirare investimenti stranieri nel nostro territorio, che per favorire processi di internazionalizzazione di impresa. Il primo passo sarà sicuramente una programmazione comune per la creazione di eventi e iniziative di carattere promozionale che favoriscano da una parte, la conoscenza dei paesi rappresentati a Firenze dal corpo consolare, ma che permettano allo stesso tempo di fornire strumenti di conoscenza alle aziende del territorio, che in molti casi sono ancora all’oscuro delle potenzialità commerciali di alcuni paesi.
In quanto conoscitore di entrambe le realtà (italiana-toscana e coreana) quali sono le caratteristiche intrinseche del made in Tuscany su cui le aziende devono puntare per conquistare il consumatore coreano?
Bisogna anzitutto riconoscere l’alto grado di attrattività che la nostra Regione esercita sul consumatore coreano. Moda, agroalimentare, pelletteria e settore vitivinicolo sono i concetti associati alla toscanità, conosciuta in Corea del Sud per l’altissima qualità dei prodotti food (dall’olio d’oliva, passando per le carni e arrivando fino al vino) per la bellezza dei filati e per l’eleganza e l’estro nella moda, che rendono la toscana una vera eccellenza italiana. Da questo punto di vista possiamo dire che il consumatore coreano è già conquistato, quello che manca è la capacità di portare questi prodotti fuori dai confini nazionali e oltre i più classici paesi di destinazione del nostro export.
Secondo la sua esperienza le PMI toscane sono preparate ad affrontare processi di internazionalizzazione in paesi geograficamente distanti come la Corea del Sud? Ci sono a suo avviso settori più pronti?
Il settore dell’alta moda è sicuramente il più pronto, in Corea da diversi anni le vetrine sono dominate dalle principali etichette di moda toscane e italiane. Quello che risulta difficile è lo sviluppo delle piccole e medie imprese, ancora troppo legate ad una conduzione esclusivamente familiare. È necessario per queste aziende essere accompagnate e prese per mano nel percorso di apertura di nuovi mercati, specialmente quando si tratta di paesi distanti come la Corea del Sud. Conoscere le logiche che governano il mercato, comprendere la cultura e la business etiquette (ve ne abbiamo parlato in questo articolo) è fondamentale per fare affari in questo Paese, ed essere affiancati da chi vanta una conoscenza approfondita di queste logiche può essere assolutamente determinante.
Alla luce di questa intervista possiamo affermare con assoluta certezza che il percorso tracciato dal Console Gelli, anche nell’ottica dell’accordo firmato dal corpo consolare con la Regione, porterà nuova linfa al tessuto imprenditoriale toscano che avrà a disposizione nuovi strumenti per allargare gli orizzonti del proprio business.
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