Intervista a Carlo De Simone, responsabile Indirect Channels di Simest
Negli ultimi due anni il modello tradizionale di commercio estero ha subito un’accelerazione digitale ed ecologica, spingendo le aziende ad adeguarsi a nuovi canali e metodi di vendita. Simest -la Società del Gruppo Cassa depositi e prestiti (Cdp) che sostiene la crescita delle imprese italiane attraverso processi di internazionalizzazione– offre supporto e fondi per sostenere attività di export e business development.
Parliamo con Carlo De Simone, Responsabile Indirect Channels di Simest, per fare un bilancio del 2021 e dare uno sguardo alle numerose possibilità di finanziamento disponibili nel 2022.
Il 2021 per l’Italia è stato un anno di grandi difficoltà, ma anche di crescita. Quali pensa che
saranno le tendenze globali e le sfide che le aziende italiane dovranno affrontare nel 2022?
Nel 2021 l’export è stato caratterizzato da ottime performance e tutti ci auguriamo che nel 2022 possa continuare a crescere a livelli così alti.
Nei primi 11 mesi del 2021 si è registrata la cifra record di 471 miliardi di export in aumento non solo rispetto al 2020, ma anche al 2019 (+6,3%) anno record per l’export italiano. Purtroppo ad oggi è difficile fare delle stime in quanto tutto dipende dalla diffusione delle varianti pandemiche che continuano a ostacolare i programmi di internazionalizzazione delle nostre PMI. Di sicuro i finanziamenti di SIMEST rappresentano un sostegno fondamentale per la realizzazione di progetti di investimento e sviluppo all’estero e per contribuire alla crescita delle esportazioni a livello nazionale.
La sfida per il 2022 sarà sicuramente quella di rafforzare ulteriormente il posizionamento del Made in Italy nel mondo e incrementare l’azione di supporto all’internazionalizzazione delle PMI per sfruttare al meglio il potenziale ancora inespresso.
Facendo un bilancio, il 2021 che anno è stato per Simest?
Il 2021 per SIMEST è stato un anno di grandi numeri, in particolare per le due attività che SIMEST gestisce con i Fondi pubblici (394 e 295) in convenzione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: abbiamo, infatti, raggiunto cifre record sia per la finanza agevolata – 12.000 operazioni finanziate per oltre 3,4 miliardi di euro – sia per il Contributo Export, la nostra operatività a supporto delle esportazioni di beni strumentali.
115 operazioni (+200% rispetto al 2020) per un ammontare di oltre 400 milioni di euro di sottostante. Una testimonianza di come l’export sia una leva essenziale per la crescita delle aziende italiane.
Inoltre, sempre nel 2021 il Fondo 394 di SIMEST è stato dotato di una nuova operatività, grazie allo stanziamento in ambito PNRR di €1.2 miliardi con l’obiettivo di supportare la transizione digitale ed ecologica delle PMI italiane a vocazione internazionale. Sono stati deliberati finanziamenti a 5224 PMI per un totale di 753 milioni di valore suddivisi tra le tre tipologie di finanziamento messe a disposizione: transizione digitale ed ecologica, sviluppo
dell’e-commerce in paesi esteri e partecipazione a fiere e a mostre internazionali, anche in Italia. E’, quindi, stato raggiunto pienamente il target definito dal PNRR di 4mila imprese servite.
l concetto di internazionalizzazione adesso è strettamente legato a quelli di transizione
digitale ed ecologica: ci racconta come è avvenuta questa evoluzione, soprattutto negli ultimi
due anni?
In linea con gli obiettivi del Next Generation EU, la transizione digitale e quella ecologica rappresentano ad oggi due direttrici di crescita ormai imprescindibili per il nostro sistema produttivo, per accrescere la competitività delle PMI a livello sia nazionale sia internazionale, soprattutto nel periodo pandemico.
La nuova operatività avviata a ottobre 2021 grazie alle risorse PNRR, ha previsto l’introduzione di vincoli legati al livello di digitalizzazione e di
clausole legate ai principi DNSH (i progetti finanziati non devono arrecare un danno significativo all’ambiente) insieme al nuovo strumento di finanziamento per transizione digitale ed ecologica. Un’azione portata avanti con l’obiettivo di riconvertire il sistema produttivo italiano puntando su questi due trend che caratterizzeranno la competizione globale nel prossimo futuro.
Invece, guardando al futuro, quali saranno nel 2022 i principali strumenti a disposizione
delle imprese italiane per l’internazionalizzazione?
Di sicuro l’operatività di SIMEST continuerà a supportare le aziende nel loro processo di internazionalizzazione e nella scoperta di nuovi mercati, anche grazie al disegno dell’ultima legge di Bilancio che ha previsto una dote annua di €1,5 miliardi dal 2022 al 2026 al Fondo 394 che acquisirà quindi carattere strutturale, a cui vanno ad aggiungersi ulteriori 150 milioni di euro all’anno per quella che sarà la componente a fondo perduto.
Si tratta di un vero salto dimensionale rispetto al passato, in quanto SIMEST si troverà a gestire nel complesso €7,5 miliardi che aggiunti agli ultimi due anni di operatività del Fondo portano il totale di risorse a circa €16 miliardi. I dettagli dell’operatività a valere sui nuovi stanziamenti 2022 ancora non sono stati definiti, ma è chiaro che il Fondo 394 sarà sempre più uno strumento flessibile di politica economica per riconvertire il nostro sistema produttivo all’insegna del green e del digital.
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